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29 agosto 2012

Lady Mermaid

Sirene che suonano e risuonano nella sera.
Sirene poco serene che gridano e sere che per qualcuno non sono più serene.
Una sirena danese che non è appoggiata su uno scoglio e che non è nemmeno Serena. Si chiamava Lea e non era nemmeno danese, era di Desenzano sul Garda.
Mentre Lea era sdraiata come una sirena sulle sponde del lago, pensava.
Non era serena. Nemmeno la giornata era serena, nuvoloni si addensavano all'orizzonte.
Lea non era calma e non lo era nemmeno l'acqua del lago.
Per calmarsi Lea si rilassò, fece dei respiri profondi, cercò di concentrarsi e si mise a meditare.
Cercava di aprire la sua porta interiore. Riuscì ad aprirla, proprio in fronte, con una calibro 9.
Le sirene stavano arrivando.


21 agosto 2012

Cerco l'estate tutto l'anno


Un viaggio programmato e atteso da tempo. All'improvviso eccolo qua.
Quattro monete diverse, cinque paesi e sei città, per un totale di circa 4000 Km.

31/07-03/08 Prima tappa: Praga
Proviamo a compiere metamorfosi, nemmeno fossimo Kafka, per cercare riparo dalle inculate. Inculate praghesi studiate a tavolino e servite al tavolo, da pranzo.
Per evitare inculate cerchiamo su internet informazioni sui locali e troviamo una lista di locali per inculare. Scopriamo gnoccatravel.com.
Troviamo riparo nel vicolo degli alchimisti, i nerd del medioevo.
Prima di andare via salutiamo Tycho Brahe, quanto meno per il culo che si è fatto.

03/08-05/08 Seconda tappa: Bratislava.
Terra di casermoni post comunisti e di sloVacche. E visto che di sloVacche si tratta decidiamo di consultare Gnocca Travel. Scopriamo che lo slovacco è di natura mansueta, ma guai a toccargli la sua sloVacca.
In geometria il centro è un punto. Mai definizione fu più azzeccata per un centro storico. Minuscolo, carino, risistemato di recente, ma minuscolo. Non ci stanno neppure tutte le ambasciate. Probabilmente una tra le ultime scelte per chi aspira a fare l'ambasciatore.
Per il resto: architettura sovietica imperat.

05/08-08/08 Terza tappa: Budapest.
Dopo aver cercato inutilmente di evitare di passare per Italiani ci rinunciamo. Iniziamo a comportarci da tamarri. «Minchia oh! Tamarri seri, zio! Figa.»
Dopo Bratislava e i suoi palazzoni eravamo vogliosi, assetati di scoprire Budapest.
Con la sagacia che ci ha accompagnato anche alle visite in collina ai castelli di Bratislava e Praga scegliamo la giornata più assolata in assoluto anche per il castello di Budapest. Eravamo assetati.
Beviamo birra perché, anche qui, costa meno dell'acqua.

08/08-10/08 Quarta tappa: Zagabria.
Con la media di un litro di birra al giorno pro capite arriviamo a Zagabria. Quanto meno qui la birra costa come l'acqua. Prezzi modici, per tutto. Proprio per tutto, come conferma anche Gnoccatravel. Scopriamo Pan Pek e che i croati non sono niente male a fare la pizza. Scopriamo che Zagabria è piccola, ma molto carina. Raramente sentiamo parlare in italiano. Finalmente.
Ci sediamo in un bar e tifiamo Dinamo Zagreb bevendo birra. All'acqua non basta pareggiare. Perde come gli avversari della Dinamo.
L'acqua ha il vantaggio di poter essere trasportata. A mezzanotte cerchiamo bottiglie da portare in treno, di notte. Un treno notte con le cuccette.

11/08-12/08 Quinta tappa: Spalato.
Parola d'ordine: cibo take away. 
Viette strette dense di baracchini di cibo: patatine, pollo, insalate, gelati, kebab. Tutto rigorosamente d'asporto, mordi e fuggi. Come la nostra visita, una notte sola. Vaghiamo per i dedali quando ad un certo punto si para davanti a noi, alto, maestoso, diroccato, con i panni stesi, il palazzo di Diocleziano. Ce lo gustiamo bevendo un mojito, "to go", rigorosamente. Una notte passata a vagare per i dedali e a prenotare il pullman per la tappa successiva.

12/08-20/08 Sesta tappa: Dubrovnik.
Se fino ad ora avevamo visitato i castelli, questa volta, nel castello, avevamo la casa. Dopo 4 ore di pullman e dopo aver attraversato la Bosnia Herzegovina arriviamo a Dubrovnik.
Una cittadina fatta a saliscendi e a scale, a tante scale, come tutte le città di mare in Croazia. 
Deve essere stato un croato a coniare il detto: "La vita è fatta a scale".
Sul fondo delle scale ci sono le spiagge e in cima alle scale c'è la meta delle nostre serate, il Revelin. 
A metà della scalinata c'è lo Stradun, il croato è un po' un milanese, e in una traversa la nostra casa.
Sotto casa c'è una pasticceria e noi siamo degli afficionados delle sue torte.
Purtroppo, mattina dopo mattina, fetta di torta dopo fetta di torta arriva il momento di ripartire.

Torniamo a casa, felici contenti e scottati. Chi più chi meno.


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