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4 luglio 2012

Highway to hell

Legume e Kia stavano fuggendo lontano a bordo della macchia di lei.
Era una cabriolet rossa, che ben si intonava con il colore dei capelli della bella lenticchia. Capelli che si adagiavano nel vento.
C'era però una cosa che, secondo Legume, non si intonava bene in tutta quella scena. Era la lenticchia al volante. Non che avesse qualcosa contro i fagioli o affini al volante, lui stesso era un legume e guidava. No, era più l'accoppiata donna e volante a non andargli a genio.
Kia cercò di spiegare quanto fosse successo poco prima, ma il rumore del vento copriva ogni sua parola. Cosa che la portò a gesticolare lasciando il volante. Cosa che porto Legume ad un'improvvisa voglia di fermarsi in un bar a prendere un caffè.
"Ci fermiamo a prendere un caffè? Sai, non ho fatto colazione per via del... Come dire?... Rapimento."
"Oh si certo, come vuoi." Rispose Kia
"Guarda c'è un posto lì che capita proprio a fagiolo." Legume intravedeva la fine di quel viaggio da incubo alla Final Destination 2.
"Cazzo c'è una Smart!" Inveì la lenticchia.
Il detective non si perse d'animo, quel viaggio doveva finire. Al più presto.
Fortunatamente trovarono subito un altro parcheggio. Questa volta senza trucco né inganno e nemmeno Smart.
Kia iniziò a fare manovra. A fare manovra. A fare manovra. A fare manovra... Legume alzò un sopracciglio...
"Che hai da guardare?"
"Niente..." Legume cercò di mentire, non ci riuscì.
"Guarda che se noi donne non siamo brave a parcheggiare è solo perché voi maschi ci mentite sempre su quanto siano venti centimetri!" 
"Ma guarda che né la macchina né il parcheggio sono lunghi venti centimetri..."
"Già, in proporzione dovrebbero essere lunghi venti metri."
"È qui che ti sbagli! Mentiremo pure sui centimetri, cosa che fa anche il parrucchiere, ma non sul metro. È la lunghezza di una barra di platino iridio, non della nostra barra. Certo, a meno di non essere il curatore del Museo dei Pesi e delle Misure di Parigi." Disse saccentemente Legume convinto di aver portato a casa questo duello verbale.
"È che poi noi donne ci facciamo ingannare dalle proporzioni."
"Voi ci prendete troppo alla lettera, dovreste prenderci al metro."
"Di solito vi prendo al chilo."
Legume si zittì, un po' perché era stato sconfitto e non sapeva come controbattere e un po' perché doveva trattenere il respiro per tirare in dietro la sua pancia.
Finalmente seduti davanti ad una tazza di caffè Kia raccontò. Raccontò di come in principio fosse stata ingaggiata da un certo Pistakyos per ucciderlo, di come era solita lavorare in coppia con Cecio e della cotta che si era preso per lei.
Legume ascoltò quelle parole restando impassibile, gelido, come messo in ammollo nell'acqua.
La rossa lenticchia raccontò anche di come La Morte fosse un cognome inventato, sul finire del primo incontro con Legume. Incontro che le era bastata per innamorarsene.
Legume cercò di fare il sostenuto ma si vede che faceva meno fatica a stare seduto correttamente. In quel momento fu come se un enorme masso, pesantissimo, si fosse levato da sopra il suo cuore, rendendolo più leggero.
Decisero insieme di cercare questo Pistakyos. Kia suggerì di andare da un suo amico, quello che faceva da tramite tra lei e il mandate. L'unico a sapere dove si trovasse Pistakyos.
Questo tizio lavorava in municipio e dalla sua descrizione Legume si accorse di conoscerlo.
Avevano un amico in comune, in tutti i sensi.
Tornarono alla macchina.
"Guido io, conosco una scorciatoia per il comune." Bluffò Legume.
"Va bene." Il bluff aveva funzionato, Legume era più tranquillo. 
Ma non era il solo, anche la macchina era più tranquilla.



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