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9 maggio 2012

Dalla Cecenia con furore

Era stata una notte senza luna. Si doveva esser passati direttamente da mezzanotte alle due, o almeno questo era ciò che Legume riusciva a ricordare.
Ricordava anche di essere uscito da un locale con una rossa e di essere uscito di testa a causa di altre rosse e svariate bionde scolate a stomaco quasi vuoto.
"Se non ricordo male, con la prima rossa, quella in carne e ossa con la quale siamo usciti siamo anche entrati a casa mia... E io sono entrato in lei e poi mi sono addormentato nel letto come un ghiro. O forse era il contrario? Prima mi sono addormentato e il mio ingresso trionfale l'ho solo sognato." pensò tra se ed il suo amico immaginario.
Decise immediatamente che era successo veramente e l'amico immaginario di certo non obiettò, anzi, mentalmente si diedero il cinque.
Ormai doveva essersi fatto tardi e per di più iniziavano a fargli male le corde che lo tenevano legato alla sedia.
"...Cazzo. Corde? Sedie? Dove diamine sono finito!?"
Qualcuno si accorse che Legume si stava svegliando.
"Oh, ma ben svegliato Detective Legume la stavamo giusto aspettando. Lei capita proprio a proposito"
La voce aveva uno strano accento, a orecchio sembrava Russo.
"Io non capito a proposito, io capito a fagiolo. E comunque, chi cazzo ha parlato?"
"Sono stato io, mi presento. Mi chiamo Cecio."
Cecio era un cecio. Nato da madre ceca e padre ceceno nacque per l'appunto in Cecenia. Purtroppo fin dalla nascita era cieco da un occhio, cosa che lo costrinse fin da piccolo a portare una benda. La cosa non gli procurò pochi problemi, i bambini sanno essere inconsapevolmente cattivi a causa della loro sincerità e un bambino con la benda non è visto di buon occhio dai suoi compagni di merenda. Per tutta risposta iniziò a non vedere di buon occhio quelle persone che si credevano perfettine e tanto sicure di sé. Fino al giorno in cui a bordo della sua macchina, casualmente, non vide con l'occhio buono l'ormai diventato grande bambino che aveva iniziato a prenderlo in giro alle elementari. Lo tirò sotto e lo uccise.
La sensazione che provò gli piacque e così decise di dedicarsi a vita alla morte, degli altri.
"Che ne hai fatto di Kia?"
"Chi mi sarei fatto?" cecio ancora non parlava bene la lingua di Legume. Gli era rimasto l'accento, anche nell'orecchio.
"Te la sei fatta?... Ma io ti ammazzo..."
"Hey, calma. Qui quello che ammazza sono io. E comunque, di chi stai parlando?"
"Di Kia. Di Kia La Morte" silenzio.
"Insomma l'hai vista o no?"
"Chi?"
"La Morte?"
"L'ho vista migliaia di volte io ci lavoro con la morte"
"Come? È una tua complice?"
"Chi?"
"La Morte!"
"La morte è il mio strumento. Io ammazzo quelli come te."
Legume iniziò a preoccuparsi, per sé stesso, per la sua vita e per la sua Morte, la sua Kia La Morte.
Tuttavia c'era qualcosa che a Legume non quadrava , ma non ci fece caso più di tanto. D'altronde non si erano mai visti né un legume né un cecio quadrati.
Quello che non potevano sapere era che la morte, con o senza maiuscole, era dietro l'angolo e li avrebbe raggiunti da un momento all'altro.

Foto di Watchsmart, Flickr.com

Indice dei precedenti capitoli delle avventure del Detective Legume:

  1. Tick Tock Goes the clock
  2. Verso il Capo
  3. La Morte
  4. In birra veritas

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