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27 dicembre 2011

L'uomo è ciò che mangia

La tavola è imbandita e sono bandite le diete. Tutto è posizionato a dovere.
Si imbracciano posate come armi, nessuna tartina o gamberetto si salverà.
È un dovere mangiare, un dovere morale.
Morale della favola, abbiamo aggiunto un altro piano di morbidezza ai nostri addominali.
Siamo tutti un po' più pandori.

24 dicembre 2011

Do they know it's Christmas?

È Natale, tempo di doni di pacchi.
C'è chi il pacco lo usa per professione e chi di professione pacca. Quelli che tirano i pacchi e quelli che i pacchi se li tirano.
Doni che sono una cannonata, pacchi bomba.
Doni che sono delle ciofeche, pacchiani.
Soldi ricevuti come doni e Doni che riceve soldi.
C'è chi riceve doni da sogno e chi i doni se li sogna.
"Let them know it's Christmas time"
 

21 dicembre 2011

Three is (not) the magic number

Con le donne bisogna dare il massimo. Bisogna sempre darglielo, il massimo. Ma attenzione a non darle in mano a Massimo. Evitare anche quelle spiacevole incoveniente delle uscite a tre.
"Ci vediamo alle 9 in punto Massimo alle 9 e un quarto"
Meglio puntare su incontri têt-a-têt. Soprattutto se la tipa in questione ne è ben fornita, di tet.


William Hogarth - Marriage A-la-Mode: The Tête à Tête (1735)

18 dicembre 2011

Avvitamenti

Viti che si infilano che si arrampicano. Viti che producono ottimo vino.
Viti che si inerpicano e aggrappano ai muri, alla loro vita. Si avvinghiano intorno alla vita, ci si avvitano intorno.
Vite strozzate e soffocate, da viti.
Viti maschie e vite femmine che si accoppiano. Filetto e controfiletto, possibilmente al sangue.
Viti che si accoppiano girando, mentre girano se non ci si accoppia.
Giro di vite. Vite in giro, vite spese girando.
Giri di viti se l'accopiamento diventa un orgia. Viti in giro di quelle che quando le si pesta si bestemmia.
Vite pestate e vite passate a pestare, pinoli per farne il pesto.
Pinoli pestati da chi pesta per mestiere, ci sono bulli anche tra i pinoli. Bulli più o meno grossi, bulloni.
Bulloni che spesso si accoppiano con viti.


16 dicembre 2011

Guarda dove metti i piedi

Il comandante stava ascoltando Mina.
"Tintarella di luna, tintarella color latte" canticchiava.
Per i suoi uomini, impegnati al fronte la tinta era color sangue. Arti e corpi sbalzati in aria dalle mine in mezzo alle quali erano finiti. Nemmeno un genio sarebbe servito, nemmeno quelli del genio.I nemici si sentivano a loro agio, conoscevano la disposizione delle mine, erano delle mine vaganti.
Le mine cantavano "Boom Boom".
Sulle cartine non era segnato il campo minato, quelle cartine segnate da una mina troppo leggera.
Il comandante si rollava l'ennesima cartina e intanto la fiducia dei suoi uomini veniva profondamente minata ed era pronta ad esplodere.



14 dicembre 2011

Torneremo dall'estero

Partiremo insieme.
Due insiemi che si intersecano come binari allo scambio.
Ci scambieremo pezzi di noi, pezzi di vita.
Pezzi di te come i tuoi occhi. Pazzo di te e dei tuoi occhi.
Occhi che mi fissano e che vorrei tu non chiudessi mai. E se proprio devi chiuderli, chiudine uno alla volta, sui miei difetti.
Io che non ricordo e tu che ricordi tutto.
Ricordi di posti visti insieme, pezzi di paesi. Paesi di pazzi.
Pazzo di te, di noi, insieme.


13 dicembre 2011

We are all fucked

C'è crisi, è vero.
La crisi c'è per tutti, per il potere economico, secolare, temporale, per il potere sociale e per quello politico.
L'unico potere che non conosce crisi è il potere della figa.
Il sesso tira sempre e ti tira sempre quando si tratta di sesso.
Non c'è nulla che tu possa fare per evitarlo, ma nel dubbio qualcuna potresti fartela. Magari puntando a quelle che non hanno un cazzo da fare o da farsi.
Evita quelle che hanno troppi cazzi per la testa e per le mani. Quelle che con il sesso si riempiono la bocca, ma solo di parole.
"Hai presente quelle modelle? Ecco, dovrannno pur parlare, uscire, fare sesso con qualcuno. Ma quel qualcuno non sei tu."


12 dicembre 2011

Bastardi senza punta

Era una notte buia e temperosa. In quella notte si stava per consumare una tragedia.
Lei era una ragazza intemperante ma quella notte decise di rinnegarsi.
Tirò fuori il temperino e iniziò a temperare. Matite ridotte a mozziconi.
Trucioli di legno sparsi in ogni dove, polvere di mine come se piovesse. Una scena raccappricciante.
Le tempere se la facevano sotto, tutte umide lasciavano ovunque traccia della loro fuga da quello scempio.
Decine di matite furono accorciate a meno di una decina di centimetri.
Il temperino provava un piacere perverso nel sentire dentro di se le matite mentre le scuoiva.
Le urla strazianti delle matite mal capitate e mal appuntite raggiungevano l'interno della scatola da 40 pezzi di caran d'ache.
Una volta temperate nel corpo e nell'anima di carbone rientravano nella scatola metallica. Le grida rimbombavano nella scatola e le fortunate alle quali ancora non era toccata tale sorte ne uscivano temprate nell'anima.
Prima o poi sarebbe toccato a tutte loro, la stessa sorte.


8 dicembre 2011

Corsi e ricorsi storici

Come ogni mattina, corsi ma non arrivai in tempo per prendere l'autobus. Iniziai a rosicare come durante una partita di risiko.
C'è chi rosica per sport e chi nello sport rosica.Rosicano perfino negli spot.
Tutti rosicano agli stop degli incroci aspettando il loro turno per passare.È un mondo di rosiconi e si rosica in tutti i mondi.
Anche nel mondo animale si rosica. I castori rosicano per costruirsi una tana e risicano a costruirsela in mezzo ad un torrente.
"Chi non rosica non risica" dicono loro.
Potrebbe arrivare una piena a portargli via la casa.Si ritroverebbero con pochi risicati pezzi di legno rosicati e allora, che fanno? Riprendono a rosicare.
Anche noi dopo una vita passata a rosicare arriviamo del dentista, cure, impianti, soldi e giù di nuovo a rosicare.
È un circolo vizioso e le origini del rosicamento si perdono nella storia.
 

4 dicembre 2011

Il gatto, il topo e l'elefante

Colpo di scena, o meglio, c'è un corpo sulla scena, del delitto.
Corrono le voci nei corridoi. Voci di corridori che si interrogano sul misfatto.
Nella stanza c'è ancora il fumo, color grigio fumo, per l'appunto, di Londra. Ma non siamo a Londra siamo a Ierago con Orago.
Terzo di tre fratelli, chiamati "I liocorni" a causa dei viaggi che si facevano, quando si facevano il sabato sera, durante i quali non li vedeva nessuno.
Era giovane, disteso a terra in mezzo a mille mozziconi. Un giovane in erba, letteralmente.
Finite le sue commissioni, arriva il commissario. Fa il suo ingresso sulla scena, nella scena, del delitto.
Con l'arrivo del commissario ci sono tutti, non manca più nessuno. Solo non si vedono i due liocorni.


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