rss

24 novembre 2011

I want to ride my bicycle

Il folle che si aggirava nel mercato era stato deriso, non gli avevano creduto.
La madre di tutte le sue perle era stata sputtanata. Una madre perla, se la immaginava tale. La perla di un pirla, la consideravano loro.
Cadde in depressione e in un tombino aperto.Cosa che lo fece precipitare, nelle fogne e nella disperazione.
Fu canzonato e per tutta risposta si mise a cantare.
Cantò di chi avesse detto: "La verità è nel mezzo" e di come fosse stato frainteso."Intendeva nel mezzo che si usa per ricercarla" cantava.
Non gli rimase più nulla, gli rubarono pure il mezzo, una vecchia bici.Ma non solo metà, gliela rubarono per intero.Un mezzo pagato per intero ad un losco tizio.
Mentre la bici si allontanava sorreggendo un nuvo proprietario, la bici pensava: "Oh no, un'altra volta!"


22 novembre 2011

Welcome to the jungle

In metropolitana si possono incotrare personaggi di tutti i tipi. Non sai mai quello che ti aspetta, come in una giungla.
Esseri cupi che si vede lontano una fermata che non sono soliti battere chiodo, nonostante sia il loro chiodo fisso. Altri invece, il chiodo, lo indossano, sempre, costantemente, con qualsiasi temperatura, il loro chiodo fisso.
Ad alcuni la temperatura e il clima non interessa, loro si vestono in base al calendario.
Persone impettite così tanto che se sembrano avere due petti. In doppio petto, pensando a quando avranno le gambe sotto al tavolo a gustarsi un doppio petto, di pollo.
Ci sono iene in agguato pronte a impradonirsi di ogni posto lasciato libero.
Persone giraffiche scomode a causa della loro altezza e non adatte alla metropolitana. Con buona pace di Darwin.
Ragazze girafiche, di quelle che vagano per i vagoni ad annunciare che sono state loro ad inventarla.
Si vedono balene costrette, come da boa costrictor, dentro a leggins pitonati, boati.
Boati che si levano in aria, viziata, dentro al vagone della metro alla prima brusca frenata. Si levano in aria, levitano, come monaci tibetani, dubbi sul mestiere della madre del conducente.


Red passion

Si deve vivere con passione e un pizzico di compassione.
Ogni passione merita di essere vissuta e una vita merita di essere appassionata.
Vivere una vita appassionante porta sempre i suoi frutti, frutti della passione.
Le passioni possono consumarvi, prosciugarvi, rinsecchirvi come una maracuja matura. Sono sempre frutti della passione, i più buoni.


19 novembre 2011

Apatia da sabato pomeriggio

Ho svolto tutte le commissioni come un bravo commissario.
Ho messo a posto tutti i miei affari da bravo affarista.
Ora che non ho più nulla da fare mi annoio, mi annodo in un turbinio di apatia.
Potrei uscire ma c'è così tanta nebbia che la presenza dei lampioni si può solo intuire. Così come intuisco che c'è della marmellata di lamponi nel frigorifero, penso che mi ci farcirò una brioche.
Me ne starò in casa al chiuso, in isolamento. Andrò a spiaggiarmi sul divano, come una foca, una foca monaca, di clausura.
Uscirò stasera, dopo cena, serata coppiette.
Coppiette più o meno scoppiate e più o meno scoppiettanti.


16 novembre 2011

È un post diverso

I proiettili schizzavano tra le loro teste. Anche il loro generale stava schizzando, aiutato da una ragazzina che dall'inciviltà e dalle barbarie, a suo dire, era stata salvata.
«Si salvi chi può!» gridavano.
I nemici scappavano, filavano via. Anche Berta filava. Filava l'amianto del vestito del santo che andava sul rogo.
Di quei roghi generati dal napalm di prima mattina.
«Ah che buon odore!» dicevano.
Non era il momento di gingillarsi e trastullarsi come stava facendo il loro generale.
La situazione era ostica.Ustica, una strage.
«Ustia!, qui ci lasciamo le penne!» pensavano.
Già, le loro penne. Quelle con le quali avevano firmato la domanda di arruolamento. Penne come quella che il generale usò per firmare i dispacci in cui comunicava la loro caduta, a terra, per sempre.


15 novembre 2011

Sulla strada

Partire per ritrovarsi, persi.
Strade sconosciute ai più, che pensano, negativamente, che non riusciranno più a ritrovare la retta via.
Strade conosciute più ai meno, che invece pensano, positivamente, che anche se la strada sarà tortuosa a casa ci arriveranno.
Strade scoscese circondate da ragazze scosciate. Ragazze sconosciute ai più ma da qualcuno conosciute in più o meno mezz'ora.
Per queste strade continuare a viaggiare, ad andare,ad andare a perdersi.
Viaggiare persi, dispersi, depressi, espressi. Espressi male. Non siamo in Italia il caffè non lo sanno fare.
Perdersi insieme, ritrovandosi un po' a sinistra nel torace e riabbracciandosi un po' sotto la cinta.
Viaggiare, Tu io e la valigia, persi in Noi.


14 novembre 2011

Ironia delle sarte

Fare dell'ironia è una cosa seria.L'ironia ti insegna che non devi prendere tutto sul serio.
È vero che ride bene chi ride per ultimo ma è anche vero che spesso si ride dell'ultimo.
In fondo, è colui che la battuta l'ha capita dopo di tutti, per ultimo.
Se ve lo state chiedendo no, non è l'ultimo interpretato da Raul Bova. Non è un ultimo figo e non è nemmeno un ultimo che può diventare primo. Con buona pace del Libro.
Ci sono libri con pagine piene di ironia e pagine che son diventate libri per ironia. Per ironia della sorte, anche se preferisco l'ironia delle sarte. Sarte che hanno più ironia di Sartre.
Libri avvelenati che parlano di satira e di riso che abbonda sulla bocca degli sciocchi.Riso che abbonda nella bocca di chi mangia sushi.
Si può morire facendo ironia o si può morire nella savana e, rigorosamente per ironia, essere divorati da delle Iene Ridens.
"Iene, io odio le iene" -Timon-


11 novembre 2011

Non riuscirai a tenertelo dentro

Scrivere di getto.
Scrivere di un getto, del getto di quei fine serata da devasto.
Schizzare parole e bile in quantità.
Macchiare la candida pagina di un blog e i tappetini del bagno.
Abbracciare un'idea e la candida ceramica del water.
Lo Scrivere non può restarti dentro, vuole uscire e uscirà, stanne certo.


9 novembre 2011

Ho sognato una strada

Stabilità asintotica o indifferente non fa differenza, gli siamo indifferenti.
Arriverà il giorno in cui prenderemo le nostre decisioni, magari in differita.Magari differenziandoci da loro.
Tutti parlano di differenziali, tutti si improvvisano economisti.
Vecchi broker di mare, che ballano con l'ultimo lupo, tra i Mohicani di mare.
Il nostro differenziale è bloccato, stiamo lentamente partendo di culo, in curva.Anche se qualcuno l'ha già dato via da un pezzo, il culo e pure a buon prezzo.
Non riusciamo a fare la curva che ci serve, che dovremmo fare.
Cazzo!Dobbiamo cambiare direzione!
Stiamo finendo inesorabilmente verso l'esterno della curva.Andremo ad incagliarci nel fossato, anzi, nei fossati, Ivano.Abbiamo sognato una strada.
Ormai la strada è segnata ma differenziata, differente per ognuno.

8 novembre 2011

Money, must be funny, in the rich man's world

Siamo al centro dell'Europa ci siamo dentro anche noi.
Siamo nell'ipocentro sotto metri e metri di btp e bund.
La strada è lunga davanti a noi, almeno 480 se misurata in spread.
Tutto trema: le poltrone, le borse, non oscillano più giù lungo le spalle delle signore. Nessuno se ne accolla il peso e nessuno le porta a tracolla.
Nessuno vuole che la borsa tracolli.


alfis.blog.kataweb.it

3 novembre 2011

Gioco di mani gioco da villani

Vorrei un sacco da boxe, ma mi accontenterei anche di fare un sacco di boxe.
Così per sfogarmi.
Lasciar partire qualche destro contro qualcosa che non sente dolore, per evitare che si verifichi un sinistro, per qualcuno.
Nessun gancio solo diretti, diretti al sacco senza fermate intermedie, come un Como Lago da Bovisa fino a Saronno.Unici ganci quelli che tengono sospeso il malcapitato sacco perchè, giustamente, pesa un sacco.
Nessun montante, casomai uno smonante, non da cavallo ma della gengiva.
Magari anche un sonoro schiaffo non di diritto ma di rovescio.Il rovescio della medaglia.


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...